venerdì 26 novembre 2010

Lascerò
il pensiero di te
sulla neve.
Il sole  -forse-  lo dissolverà.
Se lo spargessi fra l'erba
-sono certa-
ne nascerebbero asfodeli.

mercoledì 24 novembre 2010

Chiamale emozioni

Erano i nostri ricordi
oggi
quei fiocchi di nube
sospesi.
Un velo da sposa nel vento
i baci rubati al semaforo
le foglie nel parco
e poi un bimbo
con le mani nel sole.

E anche noi
bambini
quando distesi si stava
delle nuvole a leggere
il passo
quando il cielo
era solo una porta
che ogni giorno
si varcava volando.

Anche oggi è quel cielo.

Ma varcarlo può fare paura.
In serate come questa
dove anche il buio è luce
ed ogni ombra ha una traccia luminosa
vorrei essere puro spirito.
Mi pare facile allora
abbandonare la carne
per confondermi
nel palpito tremulo di una stella.

sabato 20 novembre 2010

Sempre.
Mai.
Due concetti che non appartengono alla dimensione terrena.
Non le appartengono nella misura in cui li riferiamo al nostro futuro.
Nella nostra esperienza umana possiamo permetterci di usarli solo riferiti al  passato.
Io non sono mai andata in Giappone ed ho sempre desiderato andarci. Ne sono sicura.
Non posso, con altrettanta certezza, affermare che non andrò "mai" in Giappone e che continuerò a desiderarlo per "sempre". L'esempio è molto banale. Certo i due concetti, sempre/mai, diventano molto più sfuggenti e difficili da governare se applicati alle norme, all'etica, ai costumi. "Mai dire 'mai' " è saggezza popolare, spicciola. Ma grande saggezza.
Un codice etico è indispensabile alla vita dell'individuo per se stesso e dell'individuo nella società. E il codice etico impone, dei "mai". Se però i nostri mai  diventano una rigida piattaforma da cui giudicare noi stessi e il resto del mondo, noi creiamo le basi dell'intolleranza e ci precludiamo la capacità di perdonare.
Il moralismo cieco si ammanta di "mai". Di più: se ne nutre.

giovedì 11 novembre 2010

Tra quanto di intangibile ci circonda, il tempo è uno degli elementi più importanti.
Tutta la nostra vita su questo mondo, è scandita dal tempo, che misura ogni storia. Da quella della Terra e dell'uomo, a quella personale, di ciascuno di noi, determinando via via orizzonti sempre più piccoli per ogni singolo evento, atto, incontro. Fino ad arrivare all'istante. Una frazione tanto piccola e sfuggente che la nostra coscienza è in grado di coglierlo solo quando ci sta capitando qualcosa che ci colpisce emotivamente in maniera indelebile. In questi momenti abbiamo la consapevolezza di "star vivendo" ; riusciamo a trattenere l'"attimo fuggente", ancorandolo all'emozione. Attraverso l'emozione attribuiamo colori, suoni, sapori,dimensioni; ci imprimiamo nella memoria incontri, azioni, accadimenti, che diversamente ci sfuggirebbero.
Esiste un tempo che misura banalmente l'intervallo tra la nascita e la morte del nostro corpo fisico ed esiste un tempo, che definirei "spirituale", costituito dalla serie di attimi intrappolati dalle nostre emozioni. Attimi di cui abbiamo piena consapevolezza, che costruiscono la nostra memoria ed il nostro "vissuto".
Se ripensiamo all'infanzia, abbiamo l'impressione di un tempo dilatato, in cui le giornate erano ben  più lunghe di quelle che sembrano contraddistinguere l'età adulta. Da bambini, quando il mondo è nuovo, ogni cosa è fonte di emozione: stupore, paura, incanto si susseguono, mentre si va scoprendo la realtà. E' proprio questa emozione che, "cogliendo l'attimo" lo scolpisce indelebilmente nella memoria e lo consegna da lì in avanti al nostro futuro. Da adulti si vive in velocità. Non ci soffermiamo più su niente. Diamo tutto per scontato. Scivoliamo sulle cose e sulle persone e lasciamo che fatti e persone ci scivolino addosso.
In questo modo perdiamo irremediabilmente il nostro tempo e la nostra vita.

martedì 2 novembre 2010

La solitudine

La solitudine è  uno stato del cuore.
Una persona può essere in condizione di solitudine fisica, finanche di abbandono,
e tuttavia non essere sola.
A determinare la solitudine è essenzialmente una assenza di amore.
Di solito si tende a credere e temere la solitudine come assenza di amore verso di noi,
secondo l'eguaglianza: se non sono amato, sono solo.
In realtà non è questa l'assenza da cui dobbiamo guardarci.
Solo quando siamo  "noi" a non amare, ci sentiamo, e siamo, veramente soli.
Si può amare - ed è bello farlo-  una persona, ma anche un animale,
una pianta. Mentre "esprimiamo" il nostro amore, dedicando  pensieri,
cure, attenzioni, alla creatura amata, è impossibile essere o sentirsi soli.
Donando il nostro tempo per amore, sconfiggiamo la solitudine.
La solitudine è uno stato del cuore