giovedì 27 gennaio 2011

L'eroismo della vita normale

Mi hanno chiesto di partecipare alla settimana per la riaffermazione dei diritti e della dignità delle donne. Una delle proposte della campagna era quella di adottare, sul proprio profilo facebook, l'immagine di una donna famosa.
Io non ho aderito.
Avrei potuto accogliere l'invito, inserendo come avatar la foto di mia madre, una donna forte, che ha lottato tutta la vita lavorando con impegno, duramente, senza mai cedere a compromessi. Una donna che ha tirato su due figli da sola, aiutata soltanto dalla volontà. La sua fiducia  nel Padreterno era sconfinata, ma uno dei proverbi che ci ripeteva più spesso era: "Aiutati che il Ciel t'aiuta". Non ha mai cercato scorciatoie. Aveva chiari obiettivi  -crescere decorosamente i suoi figli tirando la fine del mese-  e li perseguiva restando salda sulla strada maestra.
Avrei potuto mettere l'immagine di Claudia, che ci ha lasciati anzitempo, dopo avere sostenuto un estenuante corpo a corpo con i germogli maligni che la divoravano. Fin dall'inizio questa donna straordinaria ha dato un nome al suo male; lo ha affrontato a viso aperto giorno dopo giorno. Mai ha mistificato le  parole . Mai ha nascosto il proprio corpo, neanche quando il male lo aveva trasformato in una veste deformata. Irriconoscibile.
Avrei potuto mettere la fotografia di  Lilian, che per due anni ha combattuto strenuamente con e per il figlio adolescente, colpito da leucemia fulminante.Oggi sono giunti al traguardo dello "stop-terapia". Ma io so quanto è costato arrivarci. Ansie, sofferenze, sacrifici. Sempre nascosti dal sorriso,sempre tenuti dentro, che non venisse mai meno il coraggio a lui, il figlio malato. Ce l'hanno fatta insieme. Madre e figlio. Forza e amore.
Mia madre. Claudia. Lilian.
Non sono donne famose.
Sono donne qualunque.
Donne combattenti. Forti. Determinate .
Donne come se ne possono incontrare ogni giorno, vivendo una vita normale.
 E' questo che voglio sottolineare non aderendo alla campagna che mi hanno proposto.
L'eroismo della normale vita quotidiana. Fatta di lavoro. Bollette da pagare. Figli che si ammalano. Fatta anche di svaghi, talvolta, quando c'è tempo.
Ma fatta soprattutto della coscienza dei propri doveri e delle proprie responsabilità.
E allora. Lascerò la mia foto.
Non ho bisogno di mettermi all'ombra di una "donna famosa" per affermare diritti e dignità.
Non voglio.
Voglio essere io, con il mio nome e con la mia faccia , ad andare avanti nella vita.
Voglio guardare i problemi a viso aperto.
Voglio dare un nome anche alle cose che fanno male.
L'ho sempre fatto e continuerò a farlo. Ruggendo e pregando. Tra sorrisi e lacrime. Senza sconti. Sorretta dall'amore.

sabato 22 gennaio 2011

Dissonanze

Ho visto una donna opulenta.
Camminava sontuosa
pelliccialucente.
Odorava di agi e ricchezza.
Ignara dei sassi e del cielo
spandeva
quel greve, ipnotico effluvio
di chi nulla concede di sé
se non l'illusione.
Troppo sovrana per essere altera.
Come un cristallo indifferente
e intatta.
E poi c'era un uomo.
Era scuro di razza e di polvere.
Nei vasti calzoni
usi ai sassi e alla vita
ti ferma all'incrocio.
E' un uomo che perde le scarpe
stremate da cammini infiniti,
che stringe le spalle frustate dal gelo,
che ancora sorride
mentre tende la mano.
Tra i denti disfatti ha un idioma remoto
e forse ha smarrito illusioni o speranze
e certo è soltanto dei sassi
e del cielo.

Colchico

E ancora ricordo la notte
che ai faggi improvvisa
la luna sferzando
l'antica radura
umida colse una perla :
intriso di vita splendente
il colchico chiuso
dormiva il suo sogno d'estate.
A te solo
che come me cammini
lungo i confini impervi
del sogno
ecco
offro le chiavi.
Aprono varchi segreti.
Ma quante sono le porte
lo ignoro.

Leggeri fardelli

Quando valicherò la collina
del non ritorno
nel tempo immobile del passaggio
che porterò con me?
Nei luoghi dell'anima
dove l'identità si scioglie
in atomi di luce e di ombra
nulla
di me
potrò recare.
Tutto di te.
Il riverbero della vita
per la vita nella morte.

mercoledì 12 gennaio 2011

Dedicata

Non temere verrà
il tempo del canto.
Un manto avrai
di piume.
Fiordalisi sul cuscino.

Ogni giorno sarà
come scalare il cielo.

E sorridere
del domani che viene.

domenica 9 gennaio 2011

Il prezzo del mattino

Il giorno si è velato all'improvviso.

Leggevo. Il viso chino sulla pagina.
Di tanto in tanto guardavo fuori.
Occhieggiavo di sotto le tende.

Le lascio alzate sul vetro
per dare fiato alla luce.
Del sole. Della luna.
Che mi possa trovare
in ogni momento di ogni stagione.

Poco fa leggera, invernale,
mi dettava l'intrico dei rami,
l'orizzonte spogliato dal gelo.
Il profilo dei campi a riposo.

Leggevo. Ed era giorno.

Ancora
ho levato lo sguardo.
E il mondo era buio.
Spariti del tutto i colori.
Smarrito il confine
tra il cielo e la terra.
Disciolto in un grigio indistinto
il paesaggio delle mie soste.

E' il prezzo dell'inverno, lo so.
E' il tempo dell'Ade, per Proserpina.
E allora cos'è questo nodo di tristezza?
Cos'è questa  macchia buia
che oleosa mi dilaga nel cuore?

Uno spavento antico.
E' il  tremore che cerca  conforto
nel respiro di un fianco amato.
E' la paura della notte.

E' il prezzo da pagare
ad ogni nuovo mattino.