mercoledì 26 ottobre 2011

Dizione: pronti? Via!

Una dizione il più possibile corretta dovrebbe essere insegnata fin dai banchi di scuola. Invece bisogna arrivare all'università e agli esami di linguistica per cominciare ad occuparsi di fonologia e di accenti.
Tra un po' l'inglese verrà insegnato ai bimbi  quando ancora stanno nella pancia della mamma. Per l'italiano, invece, pare che ci sia sempre tempo : tanto è la lingua materna...Il problema è che spesso le madri non sono buone insegnanti di lingua. E quando si arriva a scuola...dipende da quel che si trova.
Dunque : va benissimo imparare al più presto la lingua straniera, visto che, oggi, senza inglese non capisci neanche  con che cosa ti stai vestendo. Basta che non succeda come per i viaggi: " lo famo strano e lontano" (e chissenefrega se poi si perde la gara di geografia deldietrol'angolo col giapponese in scambio culturale) .
Eppure la parola, la voce, quel che si dice e come lo si dice, sono un biglietto da visita. Il primo. Forse più importante dell'aspetto, abbigliamento compreso.
Personalmente adoro i dialetti.
Appena mi è possibile lo parlo, il mio. E' una complessa questione legata all'identità e ad altro ancora.
Ma mi è insopportabile ascoltare telegiornali nazionali in romanesco. Servizi giornalistici resi incomprensibili da pronunce "scomposte". Come non bastasse, di questi tempi , doversi fare lo stomaco ai piattini indigesti che continuamente ci vengono serviti ..
In fondo,non ci vuole poi molto a migliorarsi.
Per chi comincia, gli strumenti indispensabili sono: un dizionario serio, un registratore, una grammatica.E poi: pazienza e costanza. Che oltre ad essere obsolete come nomi di donna,vanno un po' riscoperte anche come virtù.

Da oggi, qui, "appunti di dizione"

Seguendo l'andamento quotidiano di "animatalmente", vedo che tra i post più cliccati ci sono gli esercizi di dizione. Per questo motivo, ho deciso di non limitarmi a pubblicare scioglilingua e frasi o brani mirati ad esercitare la pronuncia. Di tanto in tanto darò qualche "appunto di dizione", basandomi sulla mia personale esperienza (prima di allieva e poi di insegnante).
Premetto che io non seguo "scuole". Non ho pretese d'alcun genere. Mi faranno piacere interventi e richieste. Sarò in ogni caso felice se qualche mia dritta potrà andare a buon fine, dando un contributo a chi legge.
Dunque, partiamo.

giovedì 20 ottobre 2011

Esercizi di dizione (11)

In questo grigio,
bigio pertugio,
un poco mogio
e senza agio,
quasi randagio,
ma ognora ligio,
ragiono e rimugino
sul servigio
da segugio
che mi ingiungi.
Ma son digiuno
da giovedì!
Devo mangiare,
per Confucio!
Aggiornare la bilancia
aggiustandomi la pancia.
Far più giovane la faccia,
meno gialle guance e braccia.
Solo allora, con gran gioia,
uscirò dal mio rifugio.
Un giaggiolo sulla giacca
dolcemente adagerò.
 Poi, fingendo di giocare,
porrò il laccio
al tuo giaguaro
e incitandolo a guaire
fino al  Giappone
mi farò inseguire.


Esercizi di dizione (10) o Filastrocca dei pulcini

Starnàzzano le oche
gloglòttano i tacchini
il gufo dicon bùbuli
il chiùrlo pare chiùrli
le rondini garrìscono
mentre i colombi tùbano
e trillano i canarini.
Ma quando son piccini
sono tutti dei pulcini:
sanno solo pigolare,
il più facile da dire.

Esercizi di dizione (9)

Strane strade
strette e sterrate
in sterminate
deserte distese
distruggon l'astràgalo
ti straziano i piedi.
Strapazzano.
Straccano.
Strappano strèpiti
e imprecazioni.
Meglio lasciarle,
neanche iniziarle.
Stranito e stravolto
stavolta sterzo:
mi storno in stazione.

mercoledì 19 ottobre 2011

Gabbiani di risaia

Li hai visti, tu,
i gabbiani di risaia?
Traditi da una pozza
che si finse mare
attoniti
inerti
ristanno
sul ciglio del coltivo.
Le zampe perse nel fango
attendono che torni il vento.
Che la tempesta ancora scuota
la lastra ottusa
maschera immota dell'inganno.
Allora alti
sull'onda infedele
danzeranno il sogno
di sconfinati azzurri.

Filastrocca delle stelle

Ma dove vanno le stelle la mattina?
C'è qualcuno che le chiude giù in cantina?
Sarà forse che chinano la fronte
quando il sole si alza all'orizzonte?
Splende troppo la luce del sovrano:
vergognose si celan con la mano.
Dovrà tessersi del buio la coperta
perché tornino di nuovo su per l'erta :
le vedrai nello spazio d'un sussurro
scalare il blu che s'ingoia l'azzurro.
Tu stai tranquillo. Dormi sicuro.
Disegna i tuoi sogni contro il muro.
Stelle e stelline, d'oro e d'argento
grandi e bambine nel firmamento
ricameranno di luce e di amore
ogni palpito del tuo piccolo cuore.


venerdì 7 ottobre 2011

La forza di un'anima sta nella sua capacità di rigenerazione. In questo mondo non ci è dato essere perfetti e nemmeno "conoscere" la perfezione, poiché la  conoscenza, già sola, implicherebbe partecipazione.
Con le nostre capacità ci è dato sbagliare e apprendere dall'errore.
Sbagliamo.
Soffriamo  - poiché comportamenti errati generano solo dolore.
Per non soffrire più, modifichiamo il comportamento che ha generato dolore.
In questo modo, un passo dopo l'altro, miglioriamo.