Non chiedere alle parole
di restituirti
la memoria di una vita.
Non saranno complicati costrutti di pensiero
a farti specchio di quel che fosti:
percorre scarne geometrie la lingua
quando s'inchioda al destino.
E di quei motti brevi
che decidono il prossimo orizzonte
rimane -forse- un'ombra
un pallido sussurro.
Sarà la lama del sole sulla neve
il sapore del pane del mattino
o l'incenso che svapora
nella piazza di un maggio
a tanti uguale
eppure diseguale.
Non chiedere alle parole
di restituirti l'anima.
Sii nel respiro della vita.
Lì è la memoria.
Eterna eppure mai uguale
tenta il tuo passo
sull'orma di ieri.
Ma il passo dell'oggi
non s'attaglia a quell'impronta.
Nel respiro della vita,
lì è la memoria.
Nei fiati di luce.
Nell'incessante melodia del cammino.
Nessun commento:
Posta un commento