Cara città
da sempre amata
anche oggi che sorgi
pallida
dietro piovosi vapori
mi dai l'incanto
di un respiro nuovo.
E non vale
il giallo gorgo
né la sponda violata
ed ignota alle cure
a farti meno amabile.
Decadi, tu.
Ma gentilmente.
Tracolli lenta
dentro ai vicoli stretti
odorosi di muffe
nei vetusti cortili
dove la spoglia magnolia
sale dai ciottoli
a ricercare le torri antiche.
Muori piano
dissolvendo i sassi
e l'arenaria sacra.
Ma se levo lo sguardo
ti vedo ancora fiera
nell'abbraccio al cielo.
Non per l'eterno
ti costruirono i padri.
Eppure un poco d'eterno
conservi
nell'immutato respiro della pietra
e nell'eco perpetua
del passo regale.
La nebbia ti dissolve.
E in questa conosciuta levità
- ancora e sempre -
io ti amo.
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