sabato 20 novembre 2010

Sempre.
Mai.
Due concetti che non appartengono alla dimensione terrena.
Non le appartengono nella misura in cui li riferiamo al nostro futuro.
Nella nostra esperienza umana possiamo permetterci di usarli solo riferiti al  passato.
Io non sono mai andata in Giappone ed ho sempre desiderato andarci. Ne sono sicura.
Non posso, con altrettanta certezza, affermare che non andrò "mai" in Giappone e che continuerò a desiderarlo per "sempre". L'esempio è molto banale. Certo i due concetti, sempre/mai, diventano molto più sfuggenti e difficili da governare se applicati alle norme, all'etica, ai costumi. "Mai dire 'mai' " è saggezza popolare, spicciola. Ma grande saggezza.
Un codice etico è indispensabile alla vita dell'individuo per se stesso e dell'individuo nella società. E il codice etico impone, dei "mai". Se però i nostri mai  diventano una rigida piattaforma da cui giudicare noi stessi e il resto del mondo, noi creiamo le basi dell'intolleranza e ci precludiamo la capacità di perdonare.
Il moralismo cieco si ammanta di "mai". Di più: se ne nutre.

Nessun commento:

Posta un commento