giovedì 11 novembre 2010

Tra quanto di intangibile ci circonda, il tempo è uno degli elementi più importanti.
Tutta la nostra vita su questo mondo, è scandita dal tempo, che misura ogni storia. Da quella della Terra e dell'uomo, a quella personale, di ciascuno di noi, determinando via via orizzonti sempre più piccoli per ogni singolo evento, atto, incontro. Fino ad arrivare all'istante. Una frazione tanto piccola e sfuggente che la nostra coscienza è in grado di coglierlo solo quando ci sta capitando qualcosa che ci colpisce emotivamente in maniera indelebile. In questi momenti abbiamo la consapevolezza di "star vivendo" ; riusciamo a trattenere l'"attimo fuggente", ancorandolo all'emozione. Attraverso l'emozione attribuiamo colori, suoni, sapori,dimensioni; ci imprimiamo nella memoria incontri, azioni, accadimenti, che diversamente ci sfuggirebbero.
Esiste un tempo che misura banalmente l'intervallo tra la nascita e la morte del nostro corpo fisico ed esiste un tempo, che definirei "spirituale", costituito dalla serie di attimi intrappolati dalle nostre emozioni. Attimi di cui abbiamo piena consapevolezza, che costruiscono la nostra memoria ed il nostro "vissuto".
Se ripensiamo all'infanzia, abbiamo l'impressione di un tempo dilatato, in cui le giornate erano ben  più lunghe di quelle che sembrano contraddistinguere l'età adulta. Da bambini, quando il mondo è nuovo, ogni cosa è fonte di emozione: stupore, paura, incanto si susseguono, mentre si va scoprendo la realtà. E' proprio questa emozione che, "cogliendo l'attimo" lo scolpisce indelebilmente nella memoria e lo consegna da lì in avanti al nostro futuro. Da adulti si vive in velocità. Non ci soffermiamo più su niente. Diamo tutto per scontato. Scivoliamo sulle cose e sulle persone e lasciamo che fatti e persone ci scivolino addosso.
In questo modo perdiamo irremediabilmente il nostro tempo e la nostra vita.

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