sabato 2 ottobre 2010

Esercizi di dizione (1)

Da giorni era inquieto, triste, infelice. Un'inquietudine indicibile, inesplicabile, esecrabile. Una sorta di noia che gli precludeva ogni gioia, gli faceva temere di tirare le cuoia, quasi si fosse incamminato lungo una scorciatoia per la morte; uno stretto, angusto corridoio, che diventava il galoppatoio delle sue tristezze. Poco mancava che dovesse raccogliere le proprie lacrime in un annaffiatoio. Insomma, la sua vita era l'anticamera di un mattatoio dov'era in attesa il boia inverecondo di ogni allegrezza e felicità.
Così quella mattina di dicembre meditava nefandezze guardando il cielo azzurrognolo, quando la vide: lo sguardo languido sotto le ciglia, la mano guantata, l'aspetto esangue, tutt'altro che pingue, di chi non mangia da cinque giorni (e non lo fa per arrivare al traguardo di perdere una taglia...). Nel suo cappotto antipioggia color albicocca, sembrava un ranocchio. Un povero ranocchietto a cui avessero sbagliato colore, tranne che nelle calzette, che aveva corte, striminzite, d'un verdognolo opaco e spento.
Immediatamente gli fece tenerezza. Gli venne voglia di coglierle una foglia, in mancanza di fiori, che lì fuori, col gelo di dicembre, era impossibile trovare, neanche in germoglio.
Bisbigliò tra sé un nome: moglie.
Con sorprendente orgoglio immaginò una famiglia attorno ad una tovaglia natalizia, nella luce giallognola delle candele; un rigoglio di figli, il più piccolo con un bavaglino attorno al collo da folletto birichino. Vide gigli bianchi per la Prima Comunione della più grandicella, e il coniglietto candido che le avrebbero donato. Si vide prode custode dell'approdo solido e sicuro di quella felice brigata radunata al desco fiabesco del Natale, ma anche di ogni giorno a venire. Lontane le doglie e le voglie di morte. La sua sorte mutava: la tragedia era finita... Vide la propria vita scorrere lenta e serena, con qualunque tempo, chiunque avesse incontrato, anche sotto quel cielo dicembrino che lo guardava così poco invitante, anzi, per la verità un poco ributtante.
Ne distolse lo sguardo.
Tornò con gli occhi dov'era lei, povero languido ranocchietto; la moglie del suo sogno; la donna della sua vita, madre dei suoi pingui figli.
Ma... dov'era?
Dov'era?
Ahimè!... Sparita.
Sull'orlo di una pozzanghera gelata, proprio davanti al fosso che si perdeva nell'oscurità fosca del bosco cittadino, una calzetta verde, corta, striminzita. Mezza bagnata.

2 commenti:

  1. Aggiorno il post indicando in corsivo le vocali da pronunciarsi chiuse, cioè con accento tonico acuto. Per ora aggiorno le o. Più tardi le e.
    Ti può bastare?
    Vedo che ti interessi di spettacolo... Reciti?

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